• Pubblicata il
  • Autore: ALEX TOSATTI
  • Categoria: Racconti etero
PICCOLE TRASGRESSIONI DI UNA PARRUCCHIERA (parte seconda) - Mantova Trasgressiva
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  • Autore: ALEX TOSATTI
  • Categoria: Racconti etero

PICCOLE TRASGRESSIONI DI UNA PARRUCCHIERA (parte seconda) - Mantova Trasgressiva

La svolta arrivò un venerdi di fine maggio. Quella sera non sembrava triste, sembrava solo super-incazzata col marito. Voleva divorziare, voleva che lui andasse via di casa, voleva vendicarsi.
- "Quello stronzo non lo voglio più vedere! E' fortunato che ho le tette piccole e nessuno mi viene dietro, se no sai quante corna gli farei?"
Fu la goccia che fa traboccare il vaso.
- "Non è vero! Hai una bocca stupenda, un corpo da favola e sei una donna bellissima... sai quanti ti verrebbero dietro?"
- "Ah sì? Dài... dìmmene uno!"
- "Io..."
- "Mi prendi per il culo?"
- "Magari potessi..."
Sorridendo maliziosamente, andò verso l'ingresso, apri la porta a vetro e chiuse la saracinesca. Quando si girò io, scavalcando tutte le mie paure, mi ero alzato in piedi ed avevo già tolto pantaloni e mutande. Lei mi aveva guardato i genitali ed era rimasta imbarazzata.
- "Ah però, allora fai sul serio! Ma se poi mio marito lo viene a sapere? E se lo sa la tua fidanzata?"
- "Tuo marito de-ve venirlo a sapere, così impara! Lascia girare la voce. Gli dirai che hai fatto l'amore con un boy del paese, senza specificare... vedrai che anche a lui gireranno i coglioni!"
- "E la tua fidanzata?"
- "Il venerdì non ci vediamo mai, sono quasi le 8 di sera e la saracinesca è chiusa..."
Il mio pene era ancora flaccido ma, visto il caldo ormai estivo, esibiva uno scroto rilassato e voluminoso. Dopo avermi guardato con malizia, Sonia si era levata bermuda e canottiera, si era avvicinata e mi aveva baciato graffiandomi la schiena con rabbia e desiderio. La sua lingua si intrecciava con la mia in modo confuso, senza farmi respirare.
- "Un attimo...", dissi, "così mi soffochi..."
- "Scusa... è tanto tempo che..."
- "Cerca di rilassarti. Sono già così nervoso io..." le sussurrai prendendole la mano e appoggiandola sul mio cuore che batteva come impazzito.
- "Senti il mio", aveva risposto lei mettendo la mia mano sul reggiseno.
- "Sei bellissima... e smettila con questa storia delle tette!"
Quelle parole furono per lei come una liberazione. Mi spinse sulla sedia girevole davanti allo specchio e, inginocchiata, mi sollevò il pene e cominciò a leccarmi i testicoli dicendo:
- "Mio marito dice sempre che non so fare i pompini..."
Paralizzato dall'emozione e dal piacere, in pochi secondi ebbi un'erezione completa e Sonia spostò la sua lingua sul frenulo. Dopo qualche tocco sapiente, inghiottì il cazzo fino a metà succhiandolo con forza... troppa forza. Più che una poco esperta sembrava una mistress Ogni tanto, i suoi denti raschiavano il glande e mi faceva male, ma come potevo impedire a quella bocca meravigliosa di continuare?
- "Allora, sono brava o no?", disse lei staccando le labbra e masturbandomi con la mano.
- "Sei fantastica! Ma se non vuoi che ti eiaculi in bocca, adesso devi leccarlo da fuori..."
Seguì subito il mio suggerimento. Avevo capito che si stava sforzando, che voleva esagerare, ma che non era abituata ad ingoiare lo sperma. Passato un altro minuto, le sborrai copiosamente sul mento e sul reggiseno.
- "Questo è un ottimo motivo per togliere il reggiseno", dissi accarezzandola e aiutandola ad alzarsi.
- "Mi vergogno..."
Con un asciugamano per capelli, tolsi il liquido seminale. I suoi capezzoli sembravano voler perforare il cotone. Non erano solo turgidi, mostravano persino la corona capezzolare con un cerchio di puntini in rilievo. Malgrado le mammelle fossero piccole, avevano un diametro di oltre 4 cm. ed erano scuri come quelli di un'africana.
La strinsi a me con forza ed iniziai con numersosi piccoli baci intorno alle sue labbra, le leccai i lobi delle orecchie, il collo e le ascelle odorose di femmina. Con decisione, slacciai il reggiseno e le succhiai avidamente i capezzoli.
Inginocchiandomi, continuai leccandole l'ombelico, le sfilai le mutandine e la spinsi delicatamente sull'altra sedia girevole. Superati i peli pubici non depilati che debordavano appena sull'inguine, scoprii l'esterno di una vagina molto più grande di come l'immaginavo. Misi le sue gambe sulle mie spalle, le sollevai il sedere con le mani, ed arrivai più in basso... fino all'ano. Era roseo, pulito, senza peluria, ed aveva lo stesso eccitante sapore delle ascelle. Anche se lei ripeteva che era una cosa troppo volgare, io lo leccai per diversi minuti, penetrandolo il più possibile con la lingua. Non fu facile, ma Sonia, gemendo, raggiunse un primo orgasmo.
CONTINUA

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