• Pubblicata il
  • Autore: Eva
  • Categoria: Racconti gay
Mi sento a mio agio - Mantova Trasgressiva

Mi sento a mio agio - Mantova Trasgressiva

"..no, non era la prima volta che esploravo la mia sessualità con un uomo, in passato avevo già goduto, bene, nel letto di alcuni trans a pagamento.
già, perchè le mie etichette mi portavano a pensare che fosse il compromesso migliore per un uomo "normale", con una vita "normale".

un paio di giorni fa ero in macchina, in autostrada, sapevo che quel parcheggio che vedevo all'orizzonte fosse frequentato da uomini in cerca di avventure, lo sapevo benissimo ma non mi ero mai fermato.
non quel giorno, perchè la macchina è arrivata lì da sola e senza esitazione ha parcheggiato nel punto più isolato di quel grande spiazzo appartato.

scendo e mi guardo intorno, dopo pochissimi minuti si attiva un via vai di uomini con macchine di vario genere e che comunicavano diverse estrazioni sociali: dal suv ripulito a puntino fino ad un camioncino della nettezza urbana, come se entrando in quello spiazzo le differenze - e le etichette - si smaterializzassero.

si ferma una macchina accanto a me; dentro c'è un uomo, forse sulla quarantina, mi fissa. penso che se sono lì è per "quel" motivo e che se anche lui è lì, il motivo è lo stesso.
decido, follemente, di salire.
ci salutiamo timidamente e ci guardiamo un pò intorno, dopo qualche secondo lui prende la mia mano e la porta in mezzo le sue gambe, io mi sento a mio agio, stranamente: pensavo "oh! sei dentro una macchina di uno sconosciuto, in un posto completamente isolato e gli stai per prendere in mano il pisello; sei impazzito?!"
Non lo so se sono impazzito o no, ma anche quella è un'etichetta e adesso, le etichette non devono contare.
Inizia la danza, infilo la mano sotto i pantaloni e dopo pochi movimenti abbasso l'elastico delle mutande; lo tocco, lo palpo, lo stringo.
Mi sento a mio agio.
Continuo a toccare e palpare, senza domandarmi fin dove arriverò.
Ancora qualche movimento della mano e scendo giù dal sedile, in ginocchio sul tappetino.
Avvicino la mia testa tra le sue cosce.
Mi sento a mio agio, ho la bocca socchiusa dalla quale esce la punta della mia lingua, lentamente scorgo la testa e inizio, timidamente, a dare dei piccoli colpettini alla sua asta, come a voler prima assaggiare qualcosa che non sai se potrà piacerti.
Un sapore forte, all'inizio non del tutto gradevole, forse più per il pensiero che non fosse proprio pulito, ma ormai sono lì, non ha senso tirarsi indietro proprio ora.
La mia lingua continua ad assaggiare, i colpettini pian piano diventano meno timidi.
Prendo le misure, ho preso coscienza di quello che sto facendo e di quello che dovrei fare da lì ai prossimi secondi, la lingua quindi esce allo scoperto e inizia a leccare l'asta con movimenti dal basso verso l'alto, alternando ogni tanto con piccoli baci e succhiotti delicati.
Sono concentrato su di me, sulle mie emozioni, so quello che sto facendo ma non so se lo sto facendo per far godere me o lui.
Credo che l'amore vada sempre a braccetto con il concetto di "noi", ma qui non stiamo parlando di amore, nel modo più assoluto.
Continuo a leccare e baciare quel pisello con più foga ed intensità, adesso non solo mi sento a mio agio, ma mi sta piacendo.
Il sapore che fino a un paio di minuti fa non mi sembrava del tutto gradevole, adesso è diventato famigliare.
Voglio andare avanti.
Cambio di qualche millimetro l'angolazione del mio viso per poter arrivare con più comodità verso la punta, finora ancora completamente asciutta.
Struscio dolcemente la punta di questo bellissimo pisello che è diventato enorme e durissimo sulle mie labbra socchiuse, con il glande ancora coperto.
Lui a questo punto inizia ad essere smanioso, vuole arrivare al dunque ma continuo a tenerlo sulle spine ancora per qualche secondo. Poi scopro lentamente il glande, ed eccolo lì, completamente avvolto nella mia bocca.
Succhio.
Bacio.
Succhio.
Bacio.
Poi la sua mano poggia sulla mia testa e mi spinge in giù, sento le mie labbra sfiorare ogni centimetro della sua asta che si adagia in bocca con la mia lingua che la lascia passare.
Inizia il movimento più godurioso: su e giù, su e giù.
Mi sento a mio agio.
Mi piace.
Mi eccita.
Godo.
Godo del mio godere.
Godo nel sentirlo godere.

Poi mi ferma, io rifiato un secondo e temo che si sia stancato o che abbia avuto un ripensamento e voglia andare via. Invece no.

Scende dall'auto e viene verso il mio sportello, vuole proseguire stando in piedi.
Io apro lo sportello e appoggio i piedi sull'asfalto restando seduto sul sedile, lui me lo sbatte in faccia con una certa fretta ma io decido di ricominciare tutto da zero.
La posizione più comoda per entrambi rende tutto più rapido e dopo pochi secondi me lo ritrovo nuovamente tutto quanto in bocca, fino in fondo.

Vuole aumentare il ritmo e forse, da "stupido" maschio, vuole comandare: mi prende la testa e me la muove, mi rendo conto che mi sto facendo scopare la bocca.
Penso tra me e me: "Stupido, non capisci che sto decidendo tutto quanto io? Credi davvero di essere tu a pilotare il gioco? Vuoi godere? Ok... ora ti faccio godere io."
Aumento la velocità e la foga, ad ogni suo affondo la mia lingua avvolge rapidamente la sua asta e quando si ritrae le mie labbra trattengono il glande succhiandolo con decisione. Sto facendo rumore, tanto rumore.

Mi accorgo che accanto a noi si è fermato un furgone, dentro un uomo ci sta fissando.
Mi eccito di più.
Mi sento a mio agio.
Tra una leccata e l'altra sussurro al mio occasionale lui che stiamo facendo impazzire quel guardone, lui mi dice di non badare a lui e pensare solo a me.
Continuo il mio pompino.
Godo a ciucciare il suo cazzo.
Gode colui a cui sto ciucciando il cazzo.
Gode l'altro che mi vedere ciucciare il cazzo di un altro uomo.

Mi rendo conto che sto ammiccando al terzo uomo, gli sorrido tra una leccata e l'altra.
Un filo di saliva resta attaccata alla mia lingua e al glande completamente zuppo, un'immagine che mi eccita più di quanto già non lo fossi.
Mi sento a mio agio, mi sento una divinità, mi sento anche una puttana e si, ammetto, mi piace sentirmi una puttana.
Con il dito della mano invito l'uomo nel furgone a scendere.
Lui obbedisce, si avvicina e guarda da più vicino.
Gli tocco il pacco.
Sorride e si rilassa, ma continua solo a guardarci, estasiato.
La mia voce esclama "Tesoro, sei qui per guardare o sei qui per infilarmelo in bocca?", senza volerlo, senza filtro, senza rendermene conto, stupendo anche me che, solitamente, sono decisamente timido e introverso ma non qui, non ora, non in questa veste.
Il primo uomo ha un sussulto, forse teme che mi sia stancato di lui e che voglia andare a far godere l'altra persona.
No, tesoro mio, il tuo pisello ora è mio, da qui non scappi ma io sono su di giri, non mi basti.
Inizio a "scaldare" anche il secondo pisello.
Un succhiotto al primo e una leccata preliminare al secondo, qualche secondo così e poi con la mano sinistra afferro il primo, con la destra il secondo, li avvicino contemporaneamente al mio viso, guardo negli occhi i miei due uomini (assolutamente in mio completo potere) e sussurro, con un sorriso che ha il sapore un pò di sfida e un pò di complicità: "...pronti?"
Respiro profondamente come dovessi andare sott'acqua, socchiudo chiudo gli occhi, infilo in bocca i due piselli, loro sono eccitati forse più di me.
Succhio, succhio forte, assaporo i due odori, muovo la testa avvicinandomi e allontanandomi, le labbra adesso trattengono e succhiano forte due cappelle gonfie di piacere, la lingua passa ferocemente da un'asta all'altra, corre di qua e di la, disegna un simbolo dell'infinito usando i due grossi cazzi che ho dentro la mia bocca come linea guida.
Sono eccitato più di loro.
Mi piace. Ne voglio ancora.
L'uomo del furgoncino si stacca, probabilmente è arrivato troppo pieno ed eccitato e viene, schizzando tutto sull'asfalto e facendomi sentire una sorta di divinità.
"Sono stato bravo, eh?"
Lui mi sorride, mi accarezza teneramente il viso, si pulisce e lentamente si ricompone.
Ma resta lì, spettatore e testimone.
Mi volto verso l'altro uomo, lo fisso negli occhi per riprendere da dove eravamo rimasti ma lui alza la posta in gioco, chiedendomi se volessi essere scopato.
Inizialmente non avrei pensato di arrivare fino a quel punto, ma è anche vero che non avrei neanche pensato di fare un pompino a due uomini contemporaneamente, come non immaginavo realmente che avrei potuto farne uno ad uno solo.
Insomma, in pochi minuti avevo scavalcato dei tabù, avevo oltrepassato dei limiti, avevo tagliato delle etichette; soprattutto, ero eccitato da morire. Ero in uno stato mentale mai provato prima, l'istinto rispondeva prima dei miei pensieri quindi alla sua domanda risposi con un tono quasi supplicante: "Si, scopami"
Lo prendo ancora in bocca per assaporare nuovamente il suo sapore che, adesso, la mia mente percepisce come un profumo incantevole. Gli infilo il preservativo che tenevo in tasca, dopo avergli dato un ultimo bacio sulla punta del glande: un bacio di gratitudine per quanto vissuto finora e un incoraggiamento per quello che ho deciso stesse per succedere.
Mi volto e mi metto in posizione inginocchiandomi sul sedile, con i piedi fuori dallo sportello e tenendomi con le braccia in avanti poggiate al sedile del guidatore, pantaloni e mutande erano già abbassati da qualche minuto perchè ogni tanto, quando riuscivo a succhiare senza tenere in mano i due piselli, masturbavo lentamente il mio.
Lui afferra i miei fianchi e mi aiuta a posizionarmi in maniera più comoda per essere penetrato; guardo davanti a me, fisso il vuoto e penso che sto per farmi mettere nel culo un cazzo enorme, che mi farà male, che dovrei fermarlo.
Decido di continuare a godere il momento di follia che mi sono costruito e gli chiedo soltanto di essere delicato perchè non sono abituato a farlo.
Lui, lentamente appoggia la punta sul mio ano e inizia a muoversi.
Io, inesperto, cerco di seguire i suoi movimenti; piano piano sento allargarsi il mio buchino, provo un pò di dolore, ma la mente ormai non è in grado di percepirlo come tale.
Faccio un piccolo movimento all'indietro e sento penetrare tutto il glande.
Ora il dolore è un pò più intenso ma voglio andare avanti, voglio essere penetrato, voglio sentire com'è.
Voglio essere scopato.
Lui spinge dentro, io inarco la schiena per agevolare il suo ingresso.
Mi fa male ma lo sento, sento il suo cazzo enorme e duro che mi entra dentro.
Mi sento a mio agio.
Mi sento una puttana.
Godo.
Mi piace.
Ancora due o tre movimenti di questo tipo, ad ogni sua spinta verso dentro mi sento mancare il fiato da quello che se prima era dolore adesso sta diventando piacere; lui aumenta il ritmo, si muove, lo sento tutto, lo sento bene.
Non mi rendo completamente conto di cosa succede dietro di me, sto ansimando come una di quelle dei video di youporn. Con un filo di voce sussuro una domanda la cui risposta era ovvia, ma volevo sentirmela dire:
"Mi stai scopando?"
"Si, eccome se ti sto scopando. Lasciati scopare per bene"
"Si, scopami. Scopami tutto. Godimi. Io sto godendo."
Le mie frasi lo eccitano e aumenta il ritmo, io mi sento sbattuto violentemente ma comunque mi sento al sicuro con le sue mani che mi guidano e trattengono, a mio agio, come se fosse la cosa più bella del mondo. Si, in quel momento era la cosa più bella del mondo; decido di farlo venire non solo con il corpo, ma anche con le parole.
"Ho il tuo cazzo in culo! Ho il tuo cazzo in culo!!!"
Mi rendo conto che non sto più sussurrando, lui ansima e sbuffa di piacere.
"Godo! Il tuo cazzo nel mio culo mi fa godere, godo!"
Lui ansima sempre più forte e aumenta velocità e potenza della penetrazione; io urlo, non so se dal dolore o se dal piacere, davvero non riesco a rendermene conto.
"Scopami, scopami tutto! Godimi, godimi ti prego!"; ho perso ogni freno inibitorio, ho distrutto qualsiasi etichetta possibile, mi sento in paradiso.
Di scatto lui decide di uscire, mi volto di corsa per vederlo venire e a pochi centimetri dal mio viso mi trovo il suo pisello, duro ed esausto, sputare fuori il suo nettare bianco riempiendo velocemente il preservativo che aveva ancora addosso.
Lo stringo ancora nella mano avvicinandomi a pochi millimetri dalla bocca e dal naso. Nonostante il preservativo riesco ad annusare il sapore del suo sperma.
La mia faccia tra le sue gambe, il suo pisello a due centimetri dalla mia faccia, alzo gli occhi fissando i suoi, socchiusi ed esausti di piacere come i miei; sorrido con complicità e felicità. Lui mi chiede se avessi mai ingoiato lo sperma di un uomo.
Rispondo con la voce ancora affannata: "No, ho sempre avuto paura a spingermi fin lì, ma sento il tuo sapore e mi piace."
Sposto lo sguardo dai suoi occhi al suo pisello che tengo ancora in pugno, ho paura dei miei stessi pensieri ma questa volta il buon senso in qualche modo riesce ad avere la meglio. Avrei voluto sfilare il preservativo e dare un'ultima succhiata a quel bellissimo pisello, assaporandolo tutto e ripulendolo per bene, ma non l'ho fatto; mi piace mantenere caldo il desiderio per le volte successive, perchè da questo episodio sono sicuro che ne seguiranno altri: un incontro fortuito che mi ha trasmesso la consapevolezza di quello che mi fa godere davvero, regalandomi anche la serenità di vivere la mia sessualità senza badare alle etichette che noi tutti abbiamo incollate addosso.

Mi prendo solo il privilegio di baciargli un'ultima volta il cazzo: un bacio lungo e passionale sul punto dove era rimasto incastrato più sperma, una dolce leccata sempre sullo stesso punto che poi è proseguita su tutta l'asta risalendo fino al glande.
Poi la mia bocca si chiude e il mio viso si allontana.
Si riveste, mi rivesto e torniamo entrambi a vivere le nostre vite etichettate."

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