Incontri con una super milfona a Parma 3 - Mantova Trasgressiva

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"Ma buongiorno, mi sapeste dire un bar dove fare colazioni? una pasticceria?"
Mi girai insieme a mia moglie e Benedetta stava venendo verso di noi, con un sorriso smagliante, una maglia con una scollatura favolosa, una gaccia aperta, pantaloni neri aderenti e due scarpe con il tacco rosso fuoco...era una visione splendida.
"Ma certo Benendetta, se le va può venire con noi, cos' le mostriamo dove facciamo colazione, ma le consiglio di seguirci in macchina perché poi noi dobbiamo fuggire a lavoro."
"Grazie, molto volentieri, gentilissimi."
Ci seguì senza nessuna difficoltà e, una volta parcheggiate le auto, entrammo nella pasticceria dove io e mia moglie facevamo solitamente colazione.
"Wow!!! Quante cose che ci sono...ho già fame!"
"Si, le assicuro che sono veramente buonissime".
"Sono molto fortunata da avere una vicina come te, spero diventeremo anche buone amiche."
"Benedetta, sono già tua amica."
"Scoppiarono a ridere e si scambiarono i baci sulla guancia.
Io mi trovato alle spalle di mia moglie e mentre Vidi Benedetta scambiarsi i baci sulla guancia con mia moglie, mi ìsmbrò di notare un momvimento nell'occhio...Benedetta mi aveva appena fatto l'occhiolino.
Sul momento pensai fosse frutto della mia immaginazione e in quel periodo ne avevo tantissimaperché avevo ripreso a masturbarmi e la fantasia volava in una direzione unica.
Non includevo più le trans o le trav in incontri favolosi, ma immaginavo incontri con donne molto più mature di me e mi perdevo anche alla recerca su alcune sexy community o su siti di incontri osservando le loro foto fatte in studio fotografico.
Pensai che fosse un mio errore sul momento, ma sperai che non fosse così.
Era una donna che riusciva a catturare l' attenzione su di sè, estremamente travolgente con la sua simpatia, calorosa, sicuramente molto concreta anche nel sesso.
Già... il sesso.
Secondo me doveva essere uno spasso anche nel sesso, una come lei sarebbe stata sicuramente una scopata fantastica.
Facemmo colazione e ci salutammo e io e mia moglie andammo a lavorare.
Per tutta la giornata ripensai al suo occhiolino, domandandomi se fpotesse essere vero quello he avevo visto o se fosse causato da un mio desiderio nei suoi confronti.
L'unica certezza che avevo era che sicuramente la mia attenzione sarebbe stata molto più accesa nei suoi confronti e avrei calcolato ogni suo ipotetico messaggio subliminale, scrutando nel suo sguardo come un orologiaio che scruta i meccanismi complicati degli ingranaggi di un orologio e che al tempo lo reputa uno spettacolo, qualcosa a cui dare un vero valore, un desiderio già avverato solamente per il fatto di averlo potuto avere tra le mani un un po' di tempo.
Da quel momento qualcosa si sbloccò in me...

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